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Giuseppe Prezzolini:Il Manifesto dei Conservatori(1972)

Opere ed autori
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Gimli Il Nano
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Giuseppe Prezzolini:Il Manifesto dei Conservatori(1972)

Messaggio da Gimli Il Nano »

Nel 1972, l'intelletuale Giuseppe Prezzolini (1882-1982), scrisse e pubblicò, per i tipi dell'editore RUSCONI il saggio Il Manifesto dei Conservatori.
Marcello Veneziani nel 2016, si ispirò al lavoro di Prezzolini, per scrivere le seguenti
QUATTRO BUONE RAGIONI PER DIRSI CONSERVATORI
Vi sono ALMENO quattro buone ragioni per dirsi conservatori nel corrente anno, [....].
1) Per cominciare non riusciremo mai a salvaguardare l'Italia, la sua ricchezza, i suoi beni artistici, culturali ed ambientali se non acquisiremo la mentalità che c'è qualcosa di prezioso da conservare e proviene dal nostro passato. Si potrà mai fare vera conservazione dei beni culturali se si demonizza l'espressione conservare o la si riduce a quella chimicamente sospetta dei conservanti per gli alimenti? Se non coltivi la memoria, se non ami la tua storia, la tua tradizione, il tuo passato e le sue glorie, e le cose che esistono, non potrai mai tutelarle e valorizzarle.
2) Secondo tema su cui insisto è la connessione verticale. È necessario vivere connessi, ma non solo al proprio presente e non solo in latitudine, ma anche al passato e in profondità. Alla connessione orizzontale, garantita soprattutto da internet, è bene affiancare la connessione verticale, con la storia da cui proveniamo. Il conservatore fonda la sua proposta e la sua visione su un patto di sangue e di anima tra le generazioni. Non è un singolo ma un erede gravido.
3) Terza ragione: nell'epoca del consumo rapido di vite, legami, affetti e merci, è bello scoprire la gioia delle cose durevoli, la continuità di una vita e scorgere in pieno movimento e mutamento punti fermi e riferimenti saldi, e distinguere nella provvisorietà di tutto alcuni orientamenti permanenti. Benché nemico dell'ottimismo, il conservatore non cede al catastrofismo, perché il suo sguardo lungo gli consente di dire che QUASI CERTAMENTE non andiamo né verso il migliore dei mondi possibili né verso l'ecatombe, i disagi cambiano aspetto ma ci sono sempre stati; [....]. Nihil sub sole novi, o meglio, in ogni mutamento ci sono analogie, ripetizioni e costanti; in ogni guadagno c'è una perdita, e viceversa.
4) Infine, la quarta ragione che le raccoglie tutte: il conservatore non è antagonista dei cambiamenti, dello sviluppo e della tecnica, ma vuole compensarli. Oggi più di ieri la conservazione è un principio di compensazione, non di reazione o d'opposizione alla realtà. Il conservatore bilancia la fretta con la lentezza, il globale con il locale, la tecnica con la cultura, l'artificiale con il naturale, la novità con la memoria, la mobilità con le radici. E ciò corrisponde a un'esigenza biologica perché abbiamo bisogno sia di novità e fratture che di sicurezze e persistenze. Il conservatore è realista, ha senso della misura, dei limiti e dei confini, sa che la vita inspira ed espira, ha sistole e diastole, è andata e ritorno.
Chi non sa conservare non sa innovare, anzi chi non conserva non innova. - M.V.
G.K. Chesterton : "Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate".
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Whiteshark
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Re: Giuseppe Prezzolini:Il Manifesto dei Conservatori(1972)

Messaggio da Whiteshark »

Marcello Veneziani...uno dei miei idoli che ho avuto la fortuna di conoscere in un dibattito sulla caduta del Muro di Berlino.
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Insight
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Re: Giuseppe Prezzolini:Il Manifesto dei Conservatori(1972)

Messaggio da Insight »

Non si puo' negare, anche leggendolo come me "da sinistra", una grande dignita' al Manifesto di prezzoliniana memoria. Peccato, pero', che di maestri come Prezzolini non ce ne siano più e che del suo nobile conservatorismo in Italia non esista più alcuna traccia.

La destra italiana e' attualmente impantanata tra le melme degli estremismi e i goffi tentativi di ricostruire un centro di cui ormai il resto dell'Europa ha imparato a fare a meno.
E alle grandi sfide del futuro, come la lotta alla disparita' di genere, i diritti Lgbt, l'immigrazione, la tutela del lavoro e dell'ambiente, non ha praticamente alcuna risposta da dare, ma soltanto chiusure.

Dove sono e chi sono "i conservatori" di oggi, come li intendeva Prezzolini cinquant'anni fa? Quale visione del mondo hanno? La risposta e' sconcertante: nessuna, perche' non esistono.

Lo stesso Veneziani, per quanto innalzi lodi al "conservatorismo", nei suoi eleganti articoli non smette - e mi limito a rilevare soltanto questo - di scrivere, ad esempio, che l'omosessualita' e' contronatura. Una frase che certo non mira a "conservare" nel senso di "compensare" e "controbilanciare", come lui stesso auspica parafrasando Prezzolini. Ma che, al contrario, chiude ogni discorso in partenza sui diritti Lgbt. Infatti, quali diritti potra' mai accampare uno che si pone contro la natura?

Omosessualita' = contronatura e' una frase che non compensa ne' controbilancia, ma che mira solo a conservare nel senso più deteriore, cioe' a conservare il pregiudizio e l'ignoranza, in contrasto con la scienza. E questo e' solo un esempio di come Veneziani sia uno che predichi bene (certe volte) e razzoli male, nella maggior parte dei casi.
"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)
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Anni 80? No, grazie
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