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Principe Valiant

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Gaetano Hardy 59
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Principe Valiant

Messaggio da Gaetano Hardy 59 »

"Quando troverò chi mi darà ragione, MI SORGERA' IL DUBBIO DI AVERE TORTO" (W.A.)
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lespaul
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Re: Principe Valiant

Messaggio da lespaul »

Confermo...
Credo anche che sul mercato del collezionismo ci siano volumi a prezzi proibitivi...
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inout
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Re: Principe Valiant

Messaggio da inout »

Ricordo di avere letto sporadicamente qualche storia di questo personaggio su alcuni vecchi albi editi dalla nerbini di cui mio cugino faceva collezione, chissà se li ha ancora e nel caso quanto varranno.
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Quickdraw
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Re: Principe Valiant

Messaggio da Quickdraw »

Il Principe Valiant è un personaggio creato da Harold Foster nel 1937 sulle tavole domenicali del “New York American Journal”. Immagine
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Narra la storia del figlio del re di Thule, Valiant. Immagine
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Suo padre Aguar viene esiliato dall’usurpatore Sligon. Valiant e la sua famiglia sbarcano così in Inghilterra e vivono a Camelot, dove il giovane diventa lo scudiero di Sir Gawain. Diventa lui stesso un coraggioso cavaliere della tavola rotonda, dopo aver dimostrato il proprio valore nella guerra contro i Sassoni. Immagine
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E' Re Artù in persona a nominarlo cavaliere. Riprende possesso della sua antica terra spodestando Sligon. Poi affronta gli Unni in Italia, continuando le sue eroiche imprese.
Durante i suoi viaggi si innamora di Aleta, regina di una misteriosa “Isola delle nebbie” da cui ha anche un figlio: Arn, che seguie le orme del padre. Immagine
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Dal 1972 un anziano e ormai stanco Foster, cede il ruolo di disegnatore a John Murphy che ne continua la saga. Immagine
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In Italia negli anni 60, fu battezzato anche “Principe Valente” o “Valentino” Immagine
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e fu pubblicato come “ospite” di altre testate di Nerbini come: “Il giornale di Cino e Franco”, “Jungla”, “Pinocchio”, “l’Ardimentoso”. Immagine
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Trova una sua testata personale con i “Fratelli Spada”, che pubblica 36 numeri con il titolo:
“Il principe Valiant – l’Avventuroso”. Immagine
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Il primo di questi numeri esce in edicola il 03/07/1965 al prezzo di 150 lire, con il titolo: “I cavalieri della tavola rotonda”; aveva una periodicità quattordicinale con tavole originali del 1937. Immagine
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L’ultimo numero esce il 18 dicembre del 1966 con l’avventura “Arvak, il cavaliere della leggenda”.
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Ultima modifica di Quickdraw il mar 28 nov 2017, 16:48, modificato 1 volta in totale.
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Re: Principe Valiant

Messaggio da Quickdraw »

Sarà protagonista anche di un film del 1954:
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"Il principe coraggioso" con Robert Wagner nel ruolo del protagonista: Immagine
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Gaetano Hardy 59
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Re: Principe Valiant

Messaggio da Gaetano Hardy 59 »

Storia[modifica | modifica wikitesto]
Aguar, re di Thule, in Islanda, cristiano, (ma molti suoi sui sudditi adorano Odino, altri sono seguaci dei culti druidici) sposato con una cugina dell'Imperatore di Roma, è il padre del principe Valiant (nelle prime versioni italiane chiamato anche "Valente" o "Valentino"). La sua bandiera è un puledro bianco impennato in campo rosso. Il cavaliere Sligon si mette a capo di una rivolta, favorita dal malcontento diffusosi in seguito alla politica di Aguar di repressione della tradizionale pirateria vichinga e lo detronizza. Aguar, la sua famiglia, ed un pugno di fedelissimi vanno in esilio. Si stabiliscono e creano un nuovo regno, in un pugno di isolette paludose, nei pressi delle coste britanniche. Valiant bambino apprende, insegnatigli dalla mamma e dal prete il greco, il latino, i dogmi e le preci della fede cristiana, ed i classici delle relative letterature, da Omero ed Esiodo, a Virgilio, Seneca, Petronio, Fedro ed altri. Dai compagni del Re apprende le usanze vichinghe, l'uso delle armi, dalle fionde alle catapulte, passando per la scherma e la lotta, i segreti della navigazione, della pesca, della caccia e della guerra, ed a cantare le antiche ballate vichinghe, sia quelle d'amore, che quelle epiche. La conoscenza di questi canti, oltre alla sua bella voce, gli consentiranno spesso di cavarsela in situazioni problematiche, facendosi passare per giullare e menestrello.

Da adolescente, gli capita la prima avventura: sconfigge una creatura non umana, un orco che semina il terrore tra i contadini. La madre dell'orco, lo maledice e gli profetizza una vita di sofferenze. La maledizione sembra fare già effetto: al suo ritorno a casa apprende della morte per malaria della madre. Anche in quelle isolette paludose è giunta la fama di Re Artù e della sua Tavola Rotonda e decide di partire per Camelot. Lungo la strada incontra alcuni dei cavalieri di Artù: Tristano (sempre con il pensiero rivolto alla perduta Isotta), Lancillotto, Parsifal e Gawain. Diventa scudiero di quest'ultimo e stringe con lui un'amicizia che lo accompagnerà tutta la vita. A Camelot diventa amico del Re (già presentato fin dalle prime storie come molto avanti negli anni) e, soprattutto di mago Merlino, di cui diventa anche discepolo. Oltre ad alcune limitate arti mistico-magiche imparerà trucchi da prestigiatore e trovate/applicazioni scientifico-tecnologiche, comprese alcune che adoperano una polvere del lontano Catai, ottenuta miscelando zolfo, salnitro e altri sali, che fa fumo e fiamme. Sarà armato cavaliere dopo una serie di vicende in cui avrà un ruolo importante nello sventare i complotti di Mordred, fratellastro di Artù e del suo complice, il barone-ladro Bolton.

Valiant si innamora di Ilene, nobile fanciulla promessa ad Arn di Ord, figlio di re Lot, altra dinastia britannica (per tradizione alleata, vassalla e tributaria della dinastia Pendragon, cui appartengono Artù e Mordred) ed il cui simbolo di regalità è l'incantata "Spada che canta" Flamberg, gemella dell'Excalibur di Artù. I due giovani si sfidano per lei. Proprio mentre stanno battendosi, una flotta di pirati vandali, sassoni, unni e vichinghi compie una scorreria e, alla fine rapisce Ilene. I due giovani rimandano a dopo il loro scontro e partono alla ricerca di Ilene. Ricerca che li terrà impegnati per lunghi mesi, li affratellerà e li porterà sulle tracce dei pirati rapitori, in giro per il mondo. Infine si concluderà sulle coste del nord America dove assisteranno impotenti alla morte di Ilene, per mano di un capo unno, alle cui voglie aveva resistito. I due non potranno che riprenderne il corpo, seppellirlo cristianamente, e giurare sulla tomba della comune amata che mai più si sposeranno e riprendere la via del ritorno. Giuramento che non rispetteranno.

Tornati in Britannia, Arn, che durante un combattimento, aveva affidato l'incantata "Spada che canta" a Valiant, decide di lasciargliela, dato che lo reputa più degno di lui di portarla. A Camelot, intanto è giunta la richiesta d'aiuto da parte del generale Ezio, che sta approntando un'armata per sfidare gli Unni. Valiant, Gawain, Tristano e pochissimi altri, si offrono per guidare la pattuglia britannica che parteciperà alla battaglia dei campi Catalaunici. Da notare che Attila è presentato come "Generalissimo" degli unni, non loro sovrano, dato che lo è un "Gran Khan", grasso e mai chiamato per nome, che farà capolino ogni tanto nelle storie. Dopo la battaglia si recano a Roma, dove non riescono a salvare Ezio dall'invidia di Valentiniano. Dopo la morte di Ezio, Valiant saluta i compagni che tornano a Camelot e continua da solo a girovagare. Incontra Slit, giullare e cantastorie itinerante (nonché abile ladro). Si scambieranno tecniche e madrigali. Per un po' andranno senza una precisa meta, fin quando non trovano un ferito, che pur soccorso non riescono a salvare: vengono solo a sapere di un piccolo regno, nei Carpazi, che chiede aiuto perché è assalito dagli unni. Lo raggiungono ed organizzano la resistenza contro i barbari invasori. La fama di tale scontro si sparge ovunque. Questo piccolo regno rappresenta il baluardo contro il dilagare degli unni. Riescono ad ottenere l'aiuto di un po' tutti i regni occidentali, dai Romani, ai Visigoti di Spagna, ai britannici guidati da Gawain, felice di ricongiungersi con il fraterno amico, nonché ex-scudiero. Vittoriosi, sconfiggono gli unni e spediscono la testa del generale che li guidava al Gran Khan. L'orribile pacco gli giunge proprio insieme alla notizia della morte di Attila, avvenuta non combattendo, ma per mano di una donna. Il comando alleato occidentale, voleva approfittare della demoralizzazione degli unni ed organizzare una spedizione in Oriente per porre fine per sempre alla minaccia dei popoli delle steppe. Valiant si oppone dato che ritiene che un tale impegno bellico non solo sarebbe stato dagli esiti più che incerti, ma comunque si sarebbero svolti gli eventi, avrebbe seminato solo lutti, odi e distruzioni, ben lungi dal garantire la pace, avrebbe messo le basi per nuove guerre. Slit rimane nel piccolo regno, non prima di aver donato a Valiant una collana di piastre, apparentemente innocenti, ma in realtà taglientissime, che consentono di segare ogni catena.

A questo punto, decide di riconquistare il trono di Thule per il padre. Organizza varie cospirazioni, contattando nobili che sapeva fedeli al padre. Nel corso di queste spedizioni, intravede l'usurpatore e gli si presenta davanti. Sligon, vecchio e malato, subito lo riconosce e, inaspettatamente, si sottomette. La coscienza del tradimento, dell'essere venuto meno al giuramento di fedeltà al suo sovrano, lo aveva sempre tormentato. Restituisce il trono di Thule, ed andrà a chiudere i suoi giorni da re delle isolette paludose ove Aguar aveva trovato rifugio.

Valiant torna a Camelot e partecipa alle vicende della Tavola Rotonda. Nel corso di molte avventure (tra le quali: spedizioni contro i Pitti della Caledonia settentrionale e gli Scoti d'Irlanda; una circumnavigazione dell'Africa; la partecipazione ad una spedizione vichinga nell'est Europa, che toccherà il luogo ove un giorno sorgerà Kiev; si scontrerà con lo Scià di Samarcanda; imparerà a cavalcare il caribù e a tirare con l'arco mongolo e giungerà fino in Giappone, ove riceverà anche lezioni di arti marziali orientali e si misurerà anche contro i samurai; un movimentato pellegrinaggio in Terra Santa, in compagnia di Gawain, Lancillotto e Tristano, nel corso del quale finiranno schiavi di un mercante siriano e si potranno liberare solo grazie alla collana di piastre di Slit) sente favoleggiare di un mitico, ricchissimo e potente regno delle Isole Nebbiose, regno in cui pur essendo la religione più diffusa quella Cristiana, il resto (foggia degli abiti, architettura, etc.) è disposto secondo gli schemi della civiltà minoica ed il trono si trasmette matrilinearmente. In quei giorni vi regna colei di cui si favoleggia essere più bella, altera, fiera e saggia di tutte sue ave messe assieme: Aleta.

Valiant cerca di raggiungere tale regno incappando in naufragi, assalti di pirati, etc. Con tutte le sue abilità, si trova coinvolto in pericoli enormi, da cui si salva spesso per il decisivo intervento di figure misteriose, che giungono, quando tutto sembra perduto, a toglierlo dagli impicci e poi spariscono, senza lasciar traccia. Dopo lunghe peripezie scoprirà che la regina Aleta aveva saputo delle gesta di tale nobile cavaliere ed anche lei cercava di conoscerlo ed aveva dato ordine a suoi agenti segreti di vigilare su di lui e scoprire se davvero era così valoroso come le era stato riferito. Valiant dichiara il suo amore e chiede ufficialmente la sua mano. Aleta, stranamente fa la sdegnosa, scoppia in una fragorosa risata di scherno. Vanta la superiorità della sua stirpe, che da migliaia anni domina i mari, al cui confronto, non solo (ovviamente) i rozzi e barbari Vichinghi, ma anche gli stessi superbi Romani sono dei pivellini d'infima categoria. Lo tratta con sussiego e sufficienza ostentati, sino a risultare esageratamente petulante e offensiva. A questo punto Valiant non ce la fa più, e senza troppi complimenti, la rapisce. Nota che le guardie fanno resistenza, si oppongono, ma poi non più di tanto. Come sono sulla nave di Valiant, Aleta, tutta contenta, gli salta al collo e gli comunica che, con quel rapimento, ha rispettato in pieno le usanze delle Isole Nebbiose. Anzi, si è guadagnato l'approvazione della sua famiglia e dei suoi sudditi. Il ratto è il costume di quelle Isole per suggellare un fidanzamento ufficiale. Ratto che, comincia, proprio con un atto di scherno verso il futuro fidanzato, che reagisce con una manifestazione di forza e superiorità. Sono una cultura matriarcale, ma agli uomini è consentita questa sorta di "rivincita", con il rapimento della futura sposa. I due si sposeranno a Roma, congiunti da papa Leone, con testimoni Gawain e l'imperatrice di Roma. La felicità è di breve durata. Durante il viaggio di nozze nelle Gallie, Aleta si accorge che tutte le sue ancelle sono innamorate di suo marito. Per risolvere il problema alla radice, decide di considerare finito il viaggio e licenzia le ancelle, donando ad ognuna di loro una borsa di monete d'oro.

Tutte se vanno contente e più di una si trova un compagno con cui fare coppia tra i guerrieri della scorta, anche loro licenziati con un identico dono. Una di esse però si uccide perché troppo innamorata di Valiant. Un guerriero vichingo della scorta, che era innamorato dell'ancella suicida, giura vendetta. Vende informazioni su Aleta al capo pirata vichingo Ulfran. Costui la rapisce e Valiant lo insegue fino alle cascate del Niagara. Sconfigge Ulfran e si riunisce con Aleta, prossima a partorire, e la coppia trascorre l'inverno con amici nativi americani. Nella striscia datata 31 agosto 1947, nasce il principe Arn, il loro primo figlio. Il neonato principe Arn prende il nome dal giovane amico di Valiant, l'altro spasimante della povera Ilene, il principe Arn di Ord. Tornati in Britannia, accompagnati da una nutrice pellerossa, che resterà con loro per sempre, vanno ad Ord, poiché Valiant desidera che l'amico sia il padrino di suo figlio.

Appena i due amici si incontrano, Arn di Ord rinfaccia a Valiant l'essere venuto meno al giuramento fatto sulla tomba della povera Ilene. Mentre Valiant, visibilmente imbarazzato, sta farfugliando una qualche scusa, si sente una voce femminile gridare "Valiant", all'indirizzo di un frugoletto che sta gattonando. Anche Arn si è sposato ed è il padre di un piccolo Valiant. Dopo aver reso omaggio a re Lot, le due coppie si recano a Camelot, dove Valiant battezza Valiant e Arn battezza Arn. Nel corso degli anni nasceranno altri figli: le gemelle Karen e Valeta (1951), Galan (1962) e Nathan (1979). Nel frattempo continuano le invasioni barbariche ed il caos avvolge tutta l'Europa continentale. La crisi sempre più grave dell'Impero Romano rende le strade insicure. Comunicazioni, scambi culturali e commerci languono. Valiant ha un'idea: Thule, Camelot e le Isole Nebbiose, possono essere i terminali di una nuova via di scambi e comunicazioni, coinvolgendo i Visigoti che controllano le Colonne d'Ercole. Questo progetto si scontra con le mire di restaurazione imperiale dei bizantini. Agenti dell'imperatore Giustiniano rapiscono Nathan poco dopo la sua nascita. Dopo lunghe avventure sarà salvato da Arn. In precedenza, Arn aveva guidato una spedizione in America (1964).

Valiant è diventato nonno nelle strisce del 1987, quando Arn e sua moglie, Maeve, figlia del traditore Mordred, hanno avuto Ingrid. Anche le gemelle si sono sposate. Karen con il gentiluomo napoletano Vanni e Valeta con il discepolo irlandese di Merlino Cormac.
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Gaetano Hardy 59
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Re: Principe Valiant

Messaggio da Gaetano Hardy 59 »

Gaetano Hardy 59 ha scritto:Davvero AFFASCINANTE

http://it.wikipedia.org/wiki/Principe_Valiant

I principali personaggi riuniti in un'unica vignetta in occasione dei 75 anni di pubblicazione.

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Re: Principe Valiant

Messaggio da Gimli Il Nano »

Gaetano Hardy 59 ha scritto:
Gaetano Hardy 59 ha scritto:Davvero AFFASCINANTE

http://it.wikipedia.org/wiki/Principe_Valiant

I principali personaggi riuniti in un'unica vignetta in occasione dei 75 anni di pubblicazione.

http://comicskingdom.com/system/blog/20 ... emble1.jpg
Sdrammatizziano le atmosfere.
Ecco un altro mio articolo:
Un vichingo alla Corte di Re Artù:
le appassionanti gesta “FANTASY” del Principe Valiant

Nell’articolo del dicembre 2018, dedicato alla versione a fumetti di Don Camillo scrivevo: “In un prossimo articolo vi parlerò di un fumetto –“non fumetto”, il Principe Valiant, vera opera d’arte”. Tolkien era solito rispondere a chi definiva il fantastico "Letteratura d'evasione", che il prigioniero di guerra ha il diritto, riconosciuto persino dai trattati internazionali, di tentare la fuga. Questa è “l’evasione” del lettore (e, a maggior ragione) dello scrittore di fantasy, fiabe Fantascienza. “Evasione”: tentativo di fuga non del vile disertore, bensì del nobile prigioniero di guerra. J. R.R. Tolkien ha dedicato a tale questione un saggio. Opera che scaturisce dalla conferenza, tenuta l'8 marzo del 1939 all'Università di St. Andrews in memoria dell’amico e collega Andrew Lang. Pubblicata una prima volta nel 1947 nel volume “Essays Presented to Charles Williams”, quindi in “Leaf and Niggle” (in italiano “Albero e Foglia”) nel 1964. Per respirare un po', in mezzo a tanta desolazione che ci circonda, non certo per "deproblematizzare" (come diceva qualcuno riferendosi al sorriso di Giovanni Paolo I), ma proprio per sopravvivere, voglio riassumere la trama di questo artistico "non-fumetto" (non ci sono le "nuvolette", il testo è scritto in didascalie, in fondo alle vignette), che il talento di Hal Foster ci ha donato nel lontano 1937, e che è ancora pubblicato. Nel prossimo numero, parlerò di un altro “Eroe di Carta”, in cui si sono imbattuti tantissimi di coloro che sono nati dopo il 1920: il fantascientifico Flash Gordon. Si tratta di un lavoro stupendo, ma, come potrete vedere, ricco di “licenze” rispetto alla Storia autentica. Basti dire (la parte per il tutto) che il Nostro interagisce con personalità che sono davvero esistite, ma a distanza di secoli tra loro. Aguar, re di Thule, in Islanda, cristiano, (come la maggioranza dei suoi sudditi, ma molti adorano Odino, altri sono seguaci dei culti druidici) sposato con una cugina dell'Imperatore di Roma, è il padre del principe Valiant (nelle prime versioni italiane chiamato anche "Valente" o "Valentino"). La sua bandiera è un puledro bianco impennato in campo rosso. Il cavaliere Sligon si mette a capo di una rivolta, favorita dal malcontento diffusosi in seguito alla politica di Aguar di repressione della tradizionale pirateria vichinga e lo detronizza. Aguar, la sua famiglia, ed un pugno di fedelissimi vanno in esilio. Si stabiliscono in un pugno di isolette paludose, nei pressi delle coste britanniche. Valiant bambino apprende, insegnatigli dalla mamma e dal prete, il greco, il latino, i dogmi e le preci della fede cristiana, ed i classici delle relative letterature, da Omero ed Esiodo, a Virgilio, Seneca, Petronio, Fedro ed altri. Dai compagni del Re apprende le usanze vichinghe, l'uso delle armi, dalle fionde alle catapulte, passando per la scherma e la lotta, i segreti della navigazione, della pesca, della caccia e della guerra, ed a cantare le antiche ballate vichinghe, sia quelle d'amore, che quelle epiche. La conoscenza di questi canti, oltre alla sua bella voce, gli consentiranno spesso di cavarsela in situazioni problematiche, facendosi passare per giullare e menestrello. Da adolescente, gli capita la prima avventura: sconfigge una creatura non umana, un orco che semina il terrore tra i contadini. La madre dell'orco, lo maledice e gli profetizza una vita di sofferenze. La maledizione sembra fare già effetto: al suo ritorno a casa apprende della morte per malaria della madre. Anche in quelle isolette paludose è giunta la fama di Re Artù e della sua Tavola Rotonda e decide di partire per Camelot. Lungo la strada incontra alcuni dei cavalieri di Artù: Tristano (sempre con il pensiero rivolto alla perduta Isotta), Lancillotto, Parsifal e Gawain. Diventa scudiero di quest'ultimo e stringe con lui un'amicizia che lo accompagnerà tutta la vita. A Camelot diventa amico del Re (già presentato fin dalle prime storie come molto avanti negli anni) e, soprattutto di mago Merlino, di cui diventa anche discepolo. Oltre ad alcune limitate arti mistico-magiche, imparerà trucchi da prestigiatore e trovate tecnologiche, comprese alcune che adoperano una polvere del lontano Catai, ottenuta miscelando carbone, zolfo, salnitro e altri sali, che fa fumo e fiamme. Sarà armato cavaliere dopo una serie di vicende in cui avrà un ruolo importante nello sventare i complotti di Mordred, fratellastro di Artù e del suo complice, il barone-ladro Bolton. Valiant si innamora di Ilene, nobile fanciulla promessa ad Arn di Ord, figlio di re Lot, altra dinastia britannica (per tradizione alleata, vassalla e tributaria della dinastia Pendragon, cui appartengono Artù e Mordred) ed il cui simbolo di regalità è l'incantata "Spada che canta" Flamberg, gemella dell'Excalibur di Artù. I due giovani si sfidano per lei. Proprio mentre stanno battendosi, una flotta di pirati vandali, sassoni, unni e vichinghi compie una scorreria e, alla fine rapisce Ilene. I due giovani rimandano a dopo il loro scontro e partono alla ricerca di Ilene. Ricerca che li terrà impegnati per lunghi mesi, li affratellerà e li porterà sulle tracce dei pirati rapitori, in giro per il mondo. Infine si concluderà sulle coste del Nord America dove assisteranno impotenti alla morte di Ilene, per mano di un capo unno, alle cui voglie aveva resistito. I due non potranno che riprenderne il corpo, seppellirlo cristianamente, e giurare sulla tomba della comune amata che mai più si sposeranno e riprendere la via del ritorno. Giuramento che non rispetteranno. Tornati in Britannia, Arn, che durante un combattimento, aveva affidato l'incantata "Spada che canta" a Valiant, decide di lasciargliela, dato che lo reputa più degno di lui di portarla. A Camelot, intanto è giunta la richiesta d'aiuto da parte del generale Ezio, che sta approntando un'armata per sfidare gli Unni. Valiant, Gawain, Tristano e pochissimi altri, si offrono per guidare la pattuglia britannica che parteciperà alla battaglia dei campi Catalaunici. Da notare che Attila è presentato come "Generalissimo" degli Unni, non loro sovrano, dato che lo è un "Gran Khan", grasso e mai chiamato per nome, che farà capolino ogni tanto nelle storie. Dopo la battaglia si recano a Roma, dove non riescono a salvare Ezio dall'invidia di Valentiniano. Dopo la morte di Ezio, Valiant saluta i compagni che tornano a Camelot e continua da solo a girovagare. Incontra Slit, giullare e cantastorie itinerante (nonché abile ladro). Si scambieranno tecniche e madrigali. Per un po' andranno senza una precisa meta, fin quando non trovano un ferito, che pur soccorso non riescono a salvare: vengono solo a sapere di un piccolo regno, nei Carpazi, che chiede aiuto perché è assalito dagli unni. Lo raggiungono ed organizzano la resistenza contro i barbari invasori. La fama di tale scontro si sparge ovunque. Questo piccolo regno rappresenta il baluardo contro il dilagare degli unni. Riescono ad ottenere l'aiuto di un po' tutti i regni occidentali, dai Romani, ai Visigoti di Spagna, ai britannici guidati da Gawain, felice di ricongiungersi con il fraterno amico, nonché ex-scudiero. Vittoriosi, sconfiggono gli unni e spediscono la testa del generale che li guidava al Gran Khan. L'orribile pacco gli giunge proprio insieme alla notizia della morte di Attila, avvenuta non combattendo, ma per mano di una donna. Il comando alleato occidentale, voleva approfittare della demoralizzazione degli Unni ed organizzare una spedizione in grande stile in Oriente per porre fine per sempre (in un mare di sangue Unno) alla minaccia dei popoli delle steppe. Valiant si oppone dato che ritiene che un tale impegno bellico non solo sarebbe stato dagli esiti più che incerti, ma comunque si sarebbero svolti gli eventi, avrebbe seminato solo lutti, odi e distruzioni, ben lungi dal garantire la pace, avrebbe messo le basi per nuove guerre. Slit rimane nel piccolo regno, non prima di aver donato a Valiant una collana di piastre, apparentemente innocenti, ma in realtà taglientissime, che consentono di segare ogni catena.
A questo punto, decide di riconquistare il trono di Thule per il padre. Organizza varie cospirazioni, contattando nobili che sapeva fedeli al padre. Nel corso di queste spedizioni, intravede l'usurpatore e gli si presenta davanti. Sligon, vecchio e malato, subito lo riconosce e, inaspettatamente, si sottomette. La coscienza del tradimento, dell'essere venuto meno al giuramento di fedeltà al suo sovrano, lo aveva sempre tormentato. Restituisce il trono di Thule, ed andrà a chiudere i suoi giorni da re delle isolette paludose ove Aguar aveva trovato rifugio.
Valiant torna a Camelot e partecipa alle vicende della Tavola Rotonda. Nel corso di molte avventure (tra le quali: spedizioni contro i Pitti della Caledonia nord-orientale e gli Scoti d'Irlanda; una circumnavigazione dell'Africa; la partecipazione ad una spedizione vichinga nell'est Europa, che toccherà il luogo ove un giorno sorgerà Kiev; si scontrerà con lo Scià di Samarcanda; imparerà a cavalcare il caribù e a tirare con l'arco mongolo e giungerà fino in Giappone, ove riceverà anche lezioni di arti marziali orientali e si misurerà anche contro i samurai; un movimentato pellegrinaggio in Terra Santa, in compagnia di Gawain, Lancillotto e Tristano, nel corso del quale finiranno schiavi di un mercante siriano e si potranno liberare solo grazie alla collana di piastre di Slit) sente favoleggiare di un mitico, ricchissimo e potente regno delle Isole Nebbiose, regno in cui pur essendo la religione più diffusa quella Cristiana, il resto (foggia degli abiti, architettura, etc.) è disposto secondo gli schemi della civiltà minoica ed il trono si trasmette matrilinearmente. In quei giorni vi regna colei di cui si favoleggia essere più bella, altera, fiera e saggia di tutte sue ave messe assieme: Aleta. Dove si potrebbero trovare queste Isole (se esistessero?) forse in qualche zona del Mar Nero. Valiant cerca di raggiungere tale regno incappando in naufragi, assalti di pirati, etc. Con tutte le sue abilità, si trova coinvolto in pericoli enormi, da cui si salva spesso per il decisivo intervento di figure misteriose, che giungono, quando tutto sembra perduto, a toglierlo dagli impicci e poi spariscono, senza lasciar traccia. Dopo lunghe peripezie scoprirà che la regina Aleta aveva saputo delle gesta di tale nobile cavaliere ed anche lei cercava di conoscerlo ed aveva dato ordine a suoi agenti segreti di vigilare su di lui e scoprire se davvero era così valoroso come le era stato riferito. Valiant dichiara il suo amore e chiede ufficialmente la sua mano. Aleta, stranamente, fa la sdegnosa e scoppia in una fragorosa risata di scherno. Vanta la superiorità della sua stirpe, che da ottomila anni domina i mari, al cui confronto, non solo (ovviamente) i rozzi e barbari Vichinghi, ma anche gli stessi superbi Romani non sono che dei pivellini d'infima categoria. Lo tratta con sussiego e sufficienza ostentati, sino a risultare esageratamente petulante e offensiva. A questo punto Valiant non ce la fa più, e, senza troppi complimenti, la rapisce. Nota che le guardie fanno resistenza, si oppongono, ma poi non più di tanto. Come giungono sulla nave di Valiant, Aleta, tutta contenta, gli salta al collo e gli comunica che, con quel rapimento, ha rispettato in pieno le usanze delle Isole Nebbiose. Anzi, si è guadagnato l'approvazione della sua famiglia e dei suoi sudditi. Il ratto è il costume di quelle Isole per suggellare un fidanzamento ufficiale. Ratto che, comincia, proprio con un atto di scherno verso il futuro fidanzato, che reagisce con una manifestazione di forza e superiorità. Sono una cultura matriarcale, ma agli uomini è consentita questa sorta di "rivincita", con il rapimento della futura sposa. I due si sposeranno a Roma, congiunti da papa Leone, con testimoni Gawain e l'imperatrice di Roma. La felicità è di breve durata. Durante il viaggio di nozze nelle Gallie, Aleta si accorge che tutte le sue ancelle sono innamorate di suo marito. Per risolvere il problema alla radice, decide di considerare finito il viaggio e licenzia le ancelle, donando ad ognuna di loro una borsa di monete d'oro.
Tutte se vanno contente e più di una si trova un marito tra i guerrieri della scorta, anche loro licenziati con un identico dono. Una di esse però si uccide perché troppo innamorata di Valiant. Un guerriero vichingo della scorta, che era innamorato dell'ancella suicida, giura vendetta. Vende informazioni su Aleta al capo pirata vichingo Ulfran. Costui la rapisce e Valiant lo insegue fino alle cascate del Niagara. Sconfigge Ulfran e si riunisce con Aleta, prossima a partorire, e la coppia trascorre l'inverno con amici nativi americani. Nella striscia datata 31 agosto 1947, nasce il principe Arn, il loro primo figlio. Il neonato principe Arn prende il nome dal giovane amico di Valiant, l'altro spasimante della povera Ilene, il principe Arn di Ord. Tornati in Britannia, accompagnati da una nutrice pellerossa, che resterà con loro per sempre, vanno ad Ord, poiché Valiant desidera che l'amico sia il padrino di suo figlio.
Appena i due amici si incontrano, Arn di Ord rinfaccia a Valiant l'essere venuto meno al giuramento fatto sulla tomba della povera Ilene. Mentre Valiant, visibilmente imbarazzato, sta farfugliando una qualche scusa, si sente una voce femminile gridare "Valiant", all'indirizzo di un frugoletto che sta gattonando. Anche Arn si è sposato ed è il padre di un piccolo Valiant. Dopo aver reso omaggio a re Lot, le due coppie si recano a Camelot, dove Valiant battezza Valiant e Arn battezza Arn. Nel corso degli anni nasceranno altri figli: le gemelle Karen e Valeta (1951), Galan (1962) e Nathan (1979). Nel frattempo continuano le invasioni barbariche ed il caos avvolge tutta l'Europa continentale. La crisi sempre più grave dell'Impero Romano rende le strade insicure. Comunicazioni, scambi culturali e commerci languono. Valiant ha un'idea: Thule, Camelot e le Isole Nebbiose, possono essere i terminali di una nuova via di scambi e comunicazioni, coinvolgendo i Visigoti che controllano le Colonne d'Ercole. Questo progetto si scontra con le mire di restaurazione imperiale dei bizantini. Agenti dell'imperatore Giustiniano rapiscono Nathan poco dopo la sua nascita. Dopo lunghe avventure sarà salvato da Arn. In precedenza, Arn aveva guidato una spedizione in America (1964).
Valiant è diventato nonno nelle strisce del 1987, quando Arn e sua moglie, Maeve, figlia del traditore Mordred, hanno avuto Ingrid. Anche le gemelle si sono sposate. Karen con il gentiluomo napoletano Vanni e Valeta con il discepolo irlandese di Merlino Cormac.
G.K. Chesterton : "Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate".
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