Nel 1975, Einaudi pubblicò un breve e incompiuto romanzo di Umberto Saba, dopo quasi vent’anni dalla sua morte, intitolato “Ernesto”. Fu indubbiamente un caso letterario, forse il più clamoroso degli anni Settanta, non solo per il prestigio dell’Autore (uno dei più grandi poeti italiani del Novecento), ma anche perché si tratta dell’unica sua opera scritta in prosa.
Il manoscritto originale, concepito e iniziato da Saba nella primavera-estate del 1953, mentre si trovava ricoverato in una clinica romana, proseguito (e poi interrotto) nella sua casa di Trieste, fu custodito per anni da Carlo Levi e dalla sua compagna Linuccia Saba, finché quest’ultima, unica figlia del Poeta, si decise a trascriverlo e a trasmetterlo alla famosa casa editrice torinese per la pubblicazione.
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