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Musica

Florian ( Orme ) – 1979

Florian ( Orme ) - 1979

Cosa ne pensate di questo gioiello? Io lo adoro!

Le Orme lo fanno uscire nel 1979, con adorabile facciatosta, e con il coraggio tipico di chi ha gli attributi, di chi non deve dimostrare niente a nessuno.

Così mentre il mondo della musica di consumo è afflitto da una serie di fenomeni ( il punk, che ha fatto danno a molti mostri sacri, e che, pur evaporando come l’acqua, cambierà il panorama musicale degli anni 80, la scomparsa, temporanea di molti gruppi dai nomi altisonanti, gente che cambia genere a 360 gradi, il prog quasi distrutto, e così via… ) le Orme ripescano suoni e atmosfere di un mondo arcaico, e apparentemente anti-commerciale.

Usano esclusivamente strumenti, e di conseguenza, sonorità acustiche, giocandosi molto della loro reputazione, fatta anche di un notevole successo commerciale, che in anni recenti, e meno recenti, li aveva investiti, in modo tutt’altro che tangenziale ( Sguardo verso il cielo, Canzone d’amore, Regina al Trobadour ). Reputazione che riguarda anche una fama a livello europeo, se non mondiale ( non solo limitata nei confini nazionali ).

Tuttavia la scommessa è vinta, e i tizi dimostrano di che pasta sono fatti.

Album estremamente godibile, etereo in molti punti, levigato in altri, apparentemente pieno di trovate che sembrano messe lì per funzionare come esca, ma che in realtà sono spesso la finalizzazione di uno studio feroce, impreziosito da una serietà professionale non comune.

In poche parole, disorientano i critici, che non ci capiscono niente, e li accusano, a volte, di eccessiva ambizione. Per qualche mese dopo l’uscita del disco, sembra addirittura che ” sorvolare ” sullo stesso sia diventato il nuovo sport nazionale, perchè la critica non sa esattamente cosa dire.

Disco coraggioso dunque, uscito controcorrente e con dietro una preparazione maniacale da parte del gruppo.I vari membri, esaurito il periodo ” di cassetta “, prima di cimentarsi nell’opera, si dedicarono accuratamente agli studi classici per poi presentarsi in studio preparatissimi.

Il gruppo tenterà di ripetere l’esperimento l’anno dopo, con l’impegnativo e valido ” Piccola rapsodia dell’ape “, ma l’effetto sorpresa era, in qualche modo, già svanito.

Tornando a Florian, un brano come l’incantevole ” Calipso “, è tra le cose più belle sentite in mezzo secolo, e passa, di canzone italiana. Ma anche ” Fine di un viaggio ” è notevole, con un delicatissimo finale strumentale, eseguito con il buon gusto che solo musicisti sensibili come loro potevano proporre.

C’è poi il curioso ” Il Mago “, in cui, udite…udite, si possono ascoltare anche delle timide percussioni. A questo proposito, c’è una cosa che non ho capito bene. La maggior parte delle fonti indicano nel ritornello la seguente frase: ” SONO BUONE LE NOCCIOLINE “; però io continuo a sentire, invece ” SONO CARE LE NOCCIOLINE “…sto forse sbagliando?

Un’altra menzione particolare per due splendidi strumentali come ” Florian ” e ” El Gran Senser “, in cui risalta soprattutto la raffinata tecnica dei musicisti.

L’album vende abbastanza, non in maniera oceanica, ma dignitosamente: Florian risultò il 48° album più venduto in Italia in tutto il 1979: un risultato ottimo, considerata la pochissima commestibilità del prodotto. Comunque, al di là delle cifre nude e crude, è un disco da ascoltare con gusto, impegno e attenzione.

Bellissima copertina, molto progressiva “all’italiana”, molto simpatica anche la loro fotografia interna scattata davanti al caffe’ Florian, a Piazza San Marco, a Venezia.

I musicisti:

Aldo Tagliapietra: voce, violoncello, chitarra

Tony Pagliuca: pianoforte, clavicembalo, harmonium

Michi Dei Rossi: vibrafono, percussioni

Germano Serafin: violino, chitarra acustica

I brani:

Florian: voto 7 e mezzo

Jaffa: voto 7

Il Mago: voto 7 e mezzo

Pietro Il Pescatore: voto 7

Calipso: voto 9

Fine Di Un Viaggio: voto 9

El Gran Senser: voto 7 e mezzo

Voto globale al disco: 8 e mezzo

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