Fioravanti, dopo una breve carriera di attore (protagonista, da bambino, di alcuni caroselli per la tv, nonché della serie televisiva "La famiglia Benvenuti" nella parte del piccolo Andrea, e di alcuni film, tra i quali una commedia erotica con Edwige Fenech), si avvicina a un gruppo di giovani che gravitano intorno al Movimento Sociale e al Fuan (tra i quali suo fratello minore, Cristiano) e dà vita, verso la fine del 1977, all'organizzazione eversiva dei Nar, a soli diciannove anni. Pochi mesi dopo, dell'organizzazione entrerà a far parte anche la giovane Francesca Mambro, con la quale si legherà sentimentalmente fino a sposarla, nel 1985.
Il gruppo dei Nar, a partire dal 28 febbraio del 1978 e fino all'arresto di Giusva, avvenuto a Padova il 5 febbraio 1981, lascerà sull'asfalto una lunga scia di sangue (otto omicidi accertati).
Cadranno sotto i colpi di questa sigla neofascista, il giudice Mario Amato, il poliziotto diciannovenne Maurizio Arnesano (ucciso allo scopo di procurare un mitra all'organizzazione), il giovane Antonio Leandri (ucciso per uno scambio di persona), l'appuntato di polizia Francesco Evangelista, Francesco Mangiameli (dirigente di "Terza posizione" - un'organizzazione extraparlamentare di estrema destra - ucciso per un regolamento di conti) e, infine, nel conflitto a fuoco che ha determinato la cattura di Fioravanti, a Padova il 5 febbraio del 1981, cadranno i due carabinieri Enea Codotto e Luigi Maronese.
Il 9 gennaio 1979, il gruppo assalterà la sede romana di Radio Futura durante una trasmissione di un gruppo femminista, sparando e gambizzando quattro ragazze.
Fioravanti e Mambro, con sentenza definitiva della Cassazione, sono stati condannati in quanto esecutori materiali della strage di Bologna del 2 agosto 1980. I due hanno sempre respinto l'accusa e hanno fermamente sostenuto di essere completamente estranei alla strage di Bologna, nel mentre hanno riconosciuto la loro responsabilità in ordine a tutti gli altri delitti per cui sono stati condannati.
Per saperne di più su questa coppia di "primule nere" che andava in giro a sparare e a uccidere ascoltando in macchina le canzoni di Lucio Battisti, ma che oggi è libera e seriamente impegnata nel sociale, consiglio la lettura del libro-intervista con Valerio Fioravanti, "A mano armata", a cura di Giovanni Bianconi (1992).
